Quotidianamente, la vita ci presenta dubbi e sfide: possono venire da dentro di noi, dalla nostra coscienza e dal nostro agire, oppure da fuori di noi, dal comportamento degli altri o addirittura dai mezzi di comunicazione come televisione o giornali.
Cosa fare? Quali risposte dare a questi molti interrogativi?


Fede e ragione: il Papa ha detto che non si deve avere paura di usare la ragione accanto alla fede. Cosa ne pensa lei e mi vuole spiegare un po?

Fede e ragione.
Il papa attira l’attenzione su un aspetto della fede. Fede è innazitutto una libera risposta alla chiamata a convertirsi e a credere alla parola di Cristo: “Il regno dei cieli è vicino, convertitevi e credete al vangelo”.
Cristo parla della decisione di convertirsi e credere al vangelo, e vivere da cristiani. Questa è un’esperienza che uno fa leggendo o ascoltando la parola di Dio o vangelo e seguendo le ispirazioni interiori dello Spirito santo, provocate dalla lettura o ascolto del vangelo. Pensi alla conversione alla fede di San Paolo, Agostino, fino a Madre Teresa. Questo è l’atto di fede, credere a Dio che parla e credere in Dio, fidarsi di Dio che parla.
Ma oltre all’atto di fede, c’è anche il creduto, ad es. credere che Dio ad es.esiste, è buono, è uno e trino. Si tratta di articoli di fede o proposizioni che crediamo vere. Oltre che a crederle, ci possiamo chiedere se sono vere, cioè se si possano quindi anche dimostrare con la ragione e siano perciò anche razionalmente vere. C’è chi crede affidandosi alla sua esperienza di preghiera e di unione con Dio; e chi si interroga sulla verità di ciò che crede.
Ecco perchè il Papa invita chi si interroga sulle verità di fede in cui crediamo, a usare la ragione per fare la verifica se sono razionalmente vere, e arriverà così a scoprire che ciò che crediamo o è dimostrabile anche con la ragione, o non è confutabile, cioè che le obbiezioni che si portano contro non sono razionalmente valide. Il credere non è irrazionale, perchè la fede o il credere esige l’esercizio della ragione per capire la verità di ciò che crediamo, e esclude che l’atto di fede sia l’assenso a un enunciato di cui si possa dimostrare razionalmente la falsità.
La ragione o concorda con la fede o non discorda dalla fede, perchè la discordia tra ragione e fede è esclusa dalla fede stessa.   

Il Papa ha detto che “le società della sovrabbondanza di beni soprattutto in Occidente, mancano paradossalmente di ciò che è più necessario per vivere: il senso della vita”. Se tutti facessero come San Francesco che regalò tutto ai primi poveri che incontrano che cosa accadrebbe nella società? Ma che cosa è il senso della vita?

Non confonda la scelta personale di San Francesco con ciò di cui parla il Papa, che riguarda un problema di ciascuno e di tutti, e riguarda il senso della vita, avere uno stile di vita umana o sprecare sterilmente la propria vita.. Che cosa è il senso della vita? Distingua il fatto di esistere o stare al mondo, dal modo con cui sta al mondo. Oggi Occidente esistere e stare al mondo vuol dire: avere cura della salute, lavorare e guadagnare più che si può, consumare più che si può, in nome della libertà che ciascuno ha di disporre di sè stesso come vuole. Ma basta fare quel che si vuole perchè la propria esistenza individuale e sociale abbia un senso umano, sia sensata per sé e per gli altri con cui si vive? Vivendo in Occidente tra guadagni e consumi sempre più elevati e facendo privatamente quel che si vuole, la convivenza sociale a livello nazionale, europeo, mondiale, ne guadagna o ne perde in termini di giustizia e di amore del prossimo o fraternita? ha un senso umano valido per ciascuno e per tutti? Ammetetrà che un primo avviso ci viene dal fatto che non ci sono risorse per estendere a tutti gli uomini i livelli di consumo altissimi di Europa e USA rispetto ad es. all’Africa. Che livelli alti di consumo hanno controeffetti negativi ad es. automobili e inquinamento.

Ma veniamo allo stile di vita umano.  
Nella mia vita ho lavorato all’educazione di giovani studenti universitari. La prima cosa che dicevo loro è che l’infanzia e l’adolescenza era finita, perchè prima vivevano giorno per giorno seguiti e assititi dai loro genitori, frequentando la scuola dell’obbligo; venendo all’università dovevano imparare ad autogestire la propria vita; vivendo all’università decidevano nel tempo presente della loro vita personale e sociale futura. Li invitavo a chiedersi qual’era il risultato alla lunga delle scelte di ogni giorno. Si poteva dormire una mattina e non andare a lezione perchè la scuola d’obbligo era finita ma se si dormiva ogni mattina alla fine dell’anno si diventava quel che mai era stato pensato o deciso, un fannullone, uno strano tipo d’uomo che aveva vissuto senza stile e senza senso e aveva sperperato un anno della sua vita, dormendo e consumando molto senza frutto.
Il senso della vita o il modo di vivere umanao riguarda quella domanda che riguarda la vita intera di un uomo: facendo x o y che uomo alla fine sei diventato? Uomo sì o uomo no? Inauguri uno stile di vita che vale per te e rende possibile una vita umana sociale giusta e pacifica o no? Questione di stile o di non dimenticare che le decisioni di ogni giorno possono avere alla lunga risultati indipendenti da quelle decisioni, come il dormire invece che andare a lezione; basta non pensare a ciò che si diventa alla lunga con le decisioni che si prendono giorno dopo giorno.

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